Dalla crisi nasce sempre l’evoluzione: verso il processo digitale e l’ampliamento delle materie nella mediazione civile

Molti di noi si chiedono come affrontare le crisi personali, economiche, finanziarie e di settore e molti si sono posti il problema di come affrontare la problematica della crisi giudiziaria, all’indomani dell’epidemia COVID 19. Nel nostro precedente articolo pubblicato, ho fatto ampiamente riferimento alla necessità che lo Stato Italiano facilitasse le modalità telematiche di gestione delle controversie sia in fase giudiziale che stragiudiziale.

Tale necessità che, in passato veniva sempre vista come un attacco al precedente e cementato sistema giudiziario, oggi è stata avvertita come una priorità e come un obiettivo anche dal nostro governo, allo scopo di assicurare una ripresa più veloce, in considerazione delle problematiche che sorgeranno dall’ennesimo rinvio della ripresa di ogni tipo di contenzioso in tribunale ed in sede di A.D.R. ed O.D.R.

Di contro ad un utilizzo sempre più marcato dello strumento del processo telematico, in tutte le fasi del processo civile e penale, li dove non siano presenti testimoni, consulenti tecnici d’ufficio o debbano essere espletate rilevanti attività difensive ed inquirente, si staglia una necessità sempre maggiore di gestire il conflitto nella fase stragiudiziale e della risoluzione alternativa delle controversie con strumenti telematici.

Non solo, si sente la necessità di un maggiore utilizzo degli strumenti della risoluzione delle controversie per la gestione degli inadempimenti contrattuali derivanti da COVID 19 e per la gestione delle responsabilità professionali, sia per le professioni medico sanitarie che in altri ambiti, derivanti dall’epidemia Covid 19 e non solo, ma anche in fase giudiziale attraverso le mediazioni demandate del giudice.

E’ di oggi, infatti, l’articolo pubblicato dal Sole 24 ore del 6 aprile 2020, di Valentina Maglione e Bianca Lucia Mazzei, dal quale si evince l’indirizzo governativo in materia di giustizia allo scopo di consentire che non si crei un ingorgo per la ripresa ma che, soprattutto, si consenta di trovare soluzioni immediate e consapevoli nei contenziosi intercorsi tra le parti, specie per eventi relativi alla crisi medico sanitaria e sociale.

Dalle crisi sociali, economiche e finanziarie spesso derivano macerie, ma su quelle macerie bisogna avere la capacità di ripartire e di cambiare approccio e punto di vista, allo scopo di evitare che da macerie nascano derive.

E’ lo scatenarsi di una tempesta sociale che investe gli ambiti lavorativi, imprenditoriali, governativi che porta a prendere coscienza di una mutata condizione umana che impone di cambiare punto di vista a cittadini, imprenditori, giudici e avvocati. Siamo certi che la nostra vera realizzazione, quella di professionisti, sia esclusivamente quella di litigare in giudizio e di protrarre una causa per anni ed anni senza giungere a soluzioni o di creare danni su danni?

Si suol dire che la vita non si vive come se un giorno fosse uguale ad un altro, quindi, non si può assumere oggi il modello di ieri, ma va assunto il modello del qui e dell’ora.

Nell’ottica e nell’indirizzo di un processo telematico, spesso osteggiato, va sottolineato che questo verrà maggiormente incontro alle esigenze del professionista che non si vedrà più costretto ad attendere ore ed ore nel corridoio o nell’aula di un tribunale o a dover nominare un domiciliatario o ad alloggiare a chilometri di distanza semplicemente per chiedere i termini 183 c.p.cc o 190 c.p.c.. In questo caso parliamo del cosiddetto rapporto tra efficacia ed efficienza, ma soprattutto di una nuova impostazione lavorativa che consenta al legale di parametrare i costi e i ricavi della professione, attraverso un’opera di pianificazione, di attenzione al budget e ai costi.

Questo, fino ad oggi, è mancato a noi legali e, di certo, ci sarà imposto dalle mutate condizioni economiche e finanziarie.

In questo ambito si pone come essenziale il mutato rapporto con le alternative dispute resolution: conciliazione, mediazione e arbitrato.

Come?

Gli operatori di settore ben sanno che:

  • Per le controversie aventi ad oggetto problematiche con gestori di acqua, luce, gas, teleriscaldamento, rifiuti e telefonia ed internet esiste la cosiddetta conciliazione del consumo, che avviene tendenzialmente per via telematica
  • Per le controversie civili di cui all’art. 5 del decreto legislativo 28.2010 è indispensabile esperire il tentativo di mediazione per andare in giudizio
  • Per le controversie civili in genere è possibile attivare una procedura di mediazione
  • Per le ipotesi di più debiti contestualmente vantati nei confronti di un debitore, il medesimo può attivare la cosiddetta procedura di sovraindebitamento, ai sensi della legge 3.2012 e del decreto 14.2019 la cui entrata in vigore slitterà al prossimo anno.

Casella di testo: Mediazione civile e commerciale erciale

E’ in questo contesto che ad oggi va rivalutata la cosiddetta mediazione d’impresa o mediazione aziendale, ossia la possibilità per le imprese di poter gestire il contenzioso che sorga in ambito bancario, finanziario, assicurativo, avente ad oggetto locazione, comodato, fitto di azienda, ogni tipologia di contratto con creditori e fornitori, anche le controversie con professionisti, tra soci, tra soci e amministratore.

Questo concetto, rivalutato della complessità delle vicende aziendali, porterebbe ad una nuova visione organica della vita dell’impresa e di certo consentirebbe di accedere alla procedura di sovraindebitamento in mancanza di accordo in mediazione, o quando vi siano più accordi che siano alla base di una procedura di sovraindebitamento non rimessa al giudizio e alla valutazione del giudice, ma basata su una serie di accordi, che siano titolo esecutivo e non siano intaccabili dalla valutazione del giudice.

In un contesto economico sociale come quello attuale, in cui la crisi finanziaria economica avrà degli effetti con efficacia nel medio-lungo periodo, nonostante gli interventi da parte dello Stato, si rende necessario un supporto aziendale attraverso l’utilizzo di nuove procedure e soprattutto di un nuovo punto di vista da parte del legale che, non dovrà più pensare unicamente alla via giudiziaria, ma passare attraverso le A.D.R., quindi, mediazione ed arbitrato, ove si tratti di controversie più complesse.

Rifiutare il cambiamento, riprendere le vecchie abitudini comporterebbe minor lavoro per i legali e gravi danni per il tessuto economico e sociale.

La crisi rappresenta una opportunità di cambiamento e provoca la necessità di far venir meno le vecchie sovrastrutture che hanno soffocato il sistema economico e giudiziario fino ad oggi, contrastando la lunghezza dei processi e l’incertezza del risultato e la terzietà del giudice, con mediazioni con durata minima e soprattutto un risultato condiviso dalle parti e coadiuvato dal mediatore, in cui mancanza, i legali delle parti difficilmente arriverebbero ad accordi. Addirittura, i legali si potrebbero ritrovare più soddisfatti in una dimensione di avvocati di impresa che gestiscono le controversie in sede giudiziale da remoto, in una ottica completamente diversa e ottenendo anche onorari immediati grazie alle a.d.r. e le o.d.r.

Occorre accogliere con fiducia questi cambiamenti nell’interesse proprio e del professionista, pur se con incertezza ed insicurezza, ma mossi da un intento collaborativo e di chiara propensione al cambiamento e ad una ricrescita che chiede velocità e professionalità.

Anche per chi cercherà di sfuggire da responsabilità o debiti o soluzioni questa sarà l’occasione per cercare di trovare le soluzioni definitive e di comprendere che le lotte eterne non portano da nessuna parte, attraverso l’utilizzo del principio che non si può volere la luna e che le aspettative devono essere realizzabili nell’interesse comune e proprio, pena conseguenze più gravi.

In tal senso, urge una nuova educazione per imprenditori e privati affinché essi non temano le innovazioni ma soprattutto lascino spazio a questi nuovi strumenti, diversi e lontani dal tribunale e che si realizzano attraverso l’ausilio di una cam o di una firma digitale.

Come?

Attraverso una corretta lettura degli eventi esterni di questi mesi, un corretto sentire delle emozioni, delle sensazioni, delle paure, dello stress, delle limitazioni per legge che ancora per qualche tempo ci saranno, vedendo oltre e non fermandosi all’apparenza.

Fondamentale sarà il cambiamento del linguaggio, delle abitudini, degli schemi mentali e operativi, negoziali e, soprattutto da parte degli avvocati fondamentale sarà non dire: lo distruggeremo in giudizio, ma “troveremo un accordo o troveremo una soluzione”.

Ovviamente in ogni fase di cambiamento avremmo bisogno di coraggio e passione per il proprio lavoro, elementi indissolubili tra di loro. Diventa indispensabile non adeguarsi a ciò che la vita e il passato ci offrono, lamentandosi senza agire, ma determinandosi nella nuova realtà ed esprimendosi in essa attraverso tutte le proprie potenzialità.

 

 

Articolo Il Sole 24 Ore

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