Conciliando MED n° 1041 Registro organismi di mediazione Ministero della Giustizia
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L’unione fa la forza

Le previsioni Cerved stimano per il prossimo biennio 671 miliardi di euro di fatturato persi a causa dell’emergenza Covid, specie nei settori del cinema, dei trasporti, del turismo, dello spettacolo, dei servizi professionali.

A ciò va aggiunto che l’incertezza nella gestione dell’emergenza, gli interventi statali in favore di imprese e partite iva non sempre adeguati ed immediati, le restrizioni alle attività economiche, il calo dei consumi, il calo della domanda rischiano di comportare un crollo dei ricavi con la conseguente crisi economica per il tessuto imprenditoriale.

Se per la piccola e media impresa i motivi di crisi sono dovuti alle restrizioni, ai limiti alla produttività e alla vendita, ai limiti ai fruitori dei servizi, ai limiti orari, ai problemi relativi alla concessione del credito e all’accesso al credito, ai problemi con dipendenti e creditori, alle problematiche con gli enti impositori e con agenzia della riscossione, le grandi aziende si trovano a dover affrontare anche il problema della rinuncia alla internazionalizzazione e alla delocalizzazione e a dover fronteggiare una comunicazione che spesso induce nel non spendere e nel non godere le gioie della vita, ma  quasi ad auto punirsi con l’inflizione di un auto lockdown non sempre necessario e dovuto.

Il protrarsi di tale stato di fatto, oltre a comportare un ritardo nella ripresa economica, indubbiamente, porterà alla chiusura o al fallimento di molte imprese, ad esecuzioni forzate contro gli imprenditori e i fideuissori, alla perdita del lavoro per milioni di persone che, di colpo, non potranno più onorare i debiti che avevano con prudenza contratto, magari per l’acquisto di una casa. Il problema investe, maggiormente, i 45 enni – 55 enni, che si trovano in una fase in cui non possono espatriare o avviare una nuova attività, ne’ andare in pensione e che rischiano di rimanere in un limbo pericolosissimo per loro e per le proprie famiglie.

A tutto ciò va aggiunto lo spettro della depressione, della paura, dell’angoscia e della paura di vivere.

Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana e Piemonte, ossia le regioni con una maggiore produzione industriale e le città d’arte, Roma, Firenze e Venezia che vivono di turismo, si ritroveranno a dover fronteggiare una crisi economica senza precedenti e le altre regioni subiranno le naturali conseguenze.

A parte i dipendenti pubblici, chiunque sia titolare di una partita iva dovrà scontrarsi con una nuova realtà.

Gravi squilibri economici e finanziari che determineranno uno stato di crisi, che si trasformerà prima in indebitamento e poi insolvenza o sovraindebitamento, con conseguenti chiusure di aziende, fallimenti e danni patrimoniali e non, per gli imprenditori e le loro famiglie saranno in alcuni casi inevitabili.

A ciò si aggiunge la paura e l’incertezza per il futuro e per una comunicazione che, spesso, è punitiva per tutto ciò che per alcuni appare superfluo, e che per altri è essenziale.

A ciò va aggiunto che il debitore che cerchi aiuto nella giustizia, incontri mille difficoltà perché a causa dello smartworking e di una difficoltà di coordinamento tra i vari uffici giudiziari, ad oggi molte udienze vengono rinviate, molte attività legali possano essere svolte solo da remoto, mentre molte altre sono sottoposte all’alea non solo del giudizio, ma delle fasi del Covid.

La giustizia appare paralizzata ed inadeguata di fronte alle necessità di chi debba opporsi ad un atto di precetto o chiedere la sospensione di una procedura esecutiva e, soprattutto, è distante anni luce da una realtà che richiede una gestione delle controversie non solo in tribunale, ma anche fuori dal tribunale attraverso una fase di degiudisdizionalizzazione che aiuti le imprese e i titolari di partita iva.

Degiurisdizionalizzare significa gestire il conflitto e comporre il conflitto al di fuori del tribunale, grazie alle tecniche di risoluzione alternative delle controversie, ossia la mediazione civile e commerciale e la conciliazione del consumo, la negoziazione assistita, l’arbitrato e la composizione della crisi da sovraindebitamento in OCC o nei futuri Ocri, organismi della composizione della crisi di impresa.

Per noi professionisti oggi appare indispensabile divenire flessibili, aperti alle innovazioni e ad una gestione e composizione del conflitto fuori dalle aule del tribunale e della crisi d’impresa in una visione d’insieme, con un lavoro di team, di gruppo, indispensabile per affrontare la varietà dei problemi.

Ricercare i motivi di un conflitto, comporre il conflitto e cercare la soluzione tra le parti, con l’aiuto di un terzo imparziale, in tempi brevi e con costi limitati, consentirà al professionista di monetizzare con immediatezza e all’azienda di ottenere risultati in tempi brevi, riducendo i problemi e soprattutto garantendo la continuità dell’attività e dei rapporti.

Formazione ed informazione diventano un binomio per professionisti ed aziende del futuro che devono imparare a conoscersi vicendevolmente, non ponendosi più come consulente ed azienda, ma come professionisti che fanno parte di un unico puzzle e sono accomunati dall’essere partita iva e della necessità di fare fronte comune contro problemi comuni.

Oggi, insieme, Legal Professional Network e LPN Onlus, e tutti i professionisti affiliati intendono cooperare nella realizzazione di un sistema economico, produttivo e sociale che appaia equo, sostenibile, efficace, efficiente, e che risponda all’ottica della produttività e dello sviluppo. Per far ciò, è necessario rimuovere i problemi del passato, risolverli e ove non sia possibile è opportuno creare delle alternative singole o di rete.

Crisi da sovraindebitamento e da insolvenza, inadempimento delle proprie obbligazioni, rischi per amministratori, soci,  fideuissori, garanti, perdita di beni, perdita di reddito, perdita di lavoro a volte sono inevitabili, ma a volte non lo sono e a volte la loro perdita rappresenta un preludio per il cambiamento.

Per far ciò non bisogna essere professionisti vecchio stampo a tutti i costi, ma bisogna sapere cercare soluzioni ai problemi: essere problem solver.

Non pensiamo solo alle opposizioni, ai ricorsi, alle citazioni, iniziamo a rivalutare mediazione, negoziazione, conciliazione, arbitrato per risolvere le controversie senza rimetterle alla decisione di un terzo, ma facendoci aiutare da un terzo nella ricerca di un accordo condiviso.

E se si è sovraindebitati o si rischia il fallimento o la vendita all’asta optiamo per la legge 3.2012 o per gli strumenti previsti dalla legge di riforma fallimentare, il cosiddetto codice della crisi e della insolvenza, attraverso gli strumenti della composizione della crisi da sovraindebitamento ( soggetti non fallibili ) e da insolvenza ( soggetti fallibili ), anche nel caso di problemi con banche, finanziarie, clienti, agenzia della riscossione.

Smettiamola di pensare al nostro orticello e che ci siamo solo noi e che solo noi saremmo in grado di gestire tutto e di fare tutto, che da soli tutto possiamo.

Da soli non si va da nessuna parte. Insieme si vince.

Se vogliamo consentire al nostro paese di ripartire economicamente pensiamo ad un modello solidale, in cui le partite iva possano far fronte comune, pur offrendo servizi sia ai dipendenti pubblici che agli enti pubblici, ma riconoscendosi vicendevolmente.

Una nuova economia solidale, sociale e sostenibile deve prevedere un sistema economico e professionale integrato, in cui gli operatori professionali ed economici non siano nemici tra di loro, ma parte di un unico sistema a tutela gli uni degli altri e per far ciò occorre fare rete e fronte comune, e non farsi annientare dalla paura e non lasciarsi immobilizzare.

Gli americano dicono: where go one, we go all. (dove va uno, andiamo tutti )

Certo occorre capire chi va, dove va, perché va e se possiamo fidarci.

Noi sappiamo dove stiamo andando, e voi?

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