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AGGIORNAMENTI DALL’EUROPA IN MATERIA DI MEDIAZIONE E DINTORNI

[vc_row][vc_column width=”2/3″][vc_single_image image=”2478″ img_size=”full”][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]Il CEPEJ, ossia Commissione Europea per efficienza della giustizia, è un organo istituito nel 2002 dal Comitato del Consiglio dei Ministri d’Europa, al fine di migliorare la qualità e l’efficienza dei sistemi giudiziari europei, intesi quali membri del Consiglio d’Europa, ed accrescere la fiducia degli utenti nella giustizia.

Ogni due anni, il Cepej publica i risultati dei propri studi sul funzionamento dei sistemi giudiziari interessati, attraverso la cooperazione con gli stati membri.

Dopo un periodo di interruzione , nel 2017, ha ripreso i suoi lavori la commissione per la mediazione del CEPEJ ( CEPEJ-GT- MED ).[/vc_column_text][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]Durante il primo mandato, il gruppo di lavoro aveva condotto una valutazione sulle
raccomandazioni:

  • 10.2001 in materia di mediazione civile e commerciale;
  • 98.1. in materia di mediaizone familiare;
  • 99.19 riguardante la mediazione penale;
  • 1.2009 avente ad oggetto la mediazione tra autorità amministrative e cittadini privati.

[/vc_column_text][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]Successivamente al’incontro del 23 e 24 Maggio 2017, il GT- MED, attraverso i rappresentanti nominati per i singoli stati membri, si è posto l’obiettivo di:

    1. a. favorire l’effettiva applicazione delle linee guida del Cepej in materia di
      mediazione penale, familiare, civile, commerciale e amministrativa, adeguando
      ove necessario la normativa, in tutti gli stati membri;
    2. contribuire alla realizzazione di programmi di cooperazione tra stati in
      materia di mediazione.

[/vc_column_text][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]Successivamente, il 12 settembre 2017 il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione su determinati aspetti della mediazione civile e commerciale, invitando gli stati membri a favorire lo sviluppo e la diffusione dello strumento, sia in ambito nazionale che transfrontaliero.

In particolare, la risoluzione invita la Commissione a valutare la necessità di:

  • elaborare norme di qualità per l’erogazione del servizio di mediazione inambito nazionale ed europeo;
  • monitorare i procedimenti tenuti presso gli stati;
  • valutare gli ostacoli alla libera circolazione degli accordi di mediazione tra gli stati dell’Unione;
  • trovare soluzioni per estendere l’ambito di applicazione della mediazione anche ad altre questioni civili ( tra cui il diritto di famiglia ) e commerciali, nonché ai conflitti tra pubblica autorità e cittadini.

A tutti gli Stati membri viene raccomandato, quindi di:

    1. Dare priorità al cambiamento di mentalità giudirica attraverso lo sviluppo di una cultura della mediazione basata sulla risoluzione amichevole delle controversie, attraverso adeguati strumenti e programmi di informazione e formazione;
    2. prevedere l’utilizzo di incentivi per favorire la diffusione dell’tilizzo effettivo della procedura e di sanzioni come deterrente per il mancato ricorso alla procedura di mediazione;
    3. favorire uno scambio di best pratcties tra le giurisdizioni nazionali, allo scopo di aumentare la consapevolezza sull’utilizzo dello strumento della mediazione
    4. assicurare elevati standards qualitativi del servizio di mediazione a livello europeo
    5. assicurare il monitoraggio dei dati delle procedure oggetto di mediazione sia a livello nazionale che transfrontaliero, nel rispetto del regolamentosulla protezione dei dati personali Dal Cepej e dal Parlamento europeo viene quindi una linea di continuità, che indica il modello Italiano come di riferimento per tutti gli stati europei e che incita i medesimi a profondere maggiori sforzi per favorire il ricorso allo strumento della mediazione civile e commerciale, sia allo scopo di deflazionare il contenzioso, che di favorire la ripresa economica.

[/vc_column_text][vc_empty_space height=”50px”][vc_column_text]Del resto, non va dimenticato che la composizione del conflitto oggi rappresenta l’elemento base anche nella gestione delle crisi da sovraindebitamento e delle crisi da insolvenza ( non più fallimento )e che pertanto, il modello europeo di gestione delle crisi da insolvenza tende sempre più verso il modello americano della bannkrupty mediation che, di certo non intende appannare il nostro sistema codicistico e il nostro diritto, ma che, comunque, appare più consono per favorire la ripresa economica in un momento in cui chi ha ragione, non sempre risulta vittorioso, per cui, un accordo resta lo strumento più sicuro e certo per sopravvivere al conflitto e alla crisi.[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/3″][stm_sidebar sidebar=”527″][/vc_column][/vc_row]

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